Un'opera d'arte nel cuore

Ho letto con piacere questo articolo sul blog sulla Sindrome di Stendhal della nostra collega Giorgia e stavo appunto scrivendo il mio contributo in questi giorni che era in qualche modo legato all'argomento.

Quando un'opera d'arte ti entra nel cuore?

Quasi tutti hanno un quadro nel cuore o una scultura, un dipinto che quando appare di sfuggita in tv o in qualche rivista fa battere il cuore pensando magari anche "io l'ho visto dal vivo!".
Per me per esempio uno di questi quadri prende il nome di "La jeune martyre" ed è stato realizzato da Paul Delaroche, si trova a Parigi.

Ho incontrato sul mio cammino culturale per la prima volta questo quadro quando ero piccola e ho visitato il Louvre con la mia famiglia. Avevo circa otto anni (ero una giovinetta!) ma ricordo di essere stata rapita da questo quadro entrando nella sala Denon dove era ospitato. Ricordo di averlo osservato a lungo, con la bocca spalancata e la commozione che ti lascia il finale di un film coinvolgente. La sensazione di abbandono, di Fine, ma anche di pace e quiete hanno pervaso per giorni a seguire i miei pensieri quando di tanto in tanto ripensavo alla mia visita di qualche giorno prima.

Denominata "L'Ofelia Cristiana" per via della chiara analogia, questo quadro poco conosciuto rappresenta l'enfasi con cui Delaroche era spinto a rappresentare con accuratezza storica la morte di una donna per causa religiosa, un martirio per l'appunto. La giovane donna, deceduta, viene trasportata dalla corrente. Il suo volto non ha l'orrore della morte dipinto in volto, ma la pace che forse viene infusa dalla mano divina che le dona un'aureola. Il suo corpo è illuminato dalla luce e fa passare in secondo piano la scena che si consuma alle sue spalle: una barca e due uomini intenti a osservare il passaggio della martire con stupore e dolore.


L'opera è stata riprodotta dapprima in un quadro più piccolo (59x68 cm), ospitato all'Hermitage, mentre la seconda occupa la stanza 701 del Louvre, ovvero la sala della pittura francese. Il quadro non è molto grande, di soli 171 × 148,1 cm è però impreziosito da una cornice dorata.

Anni dopo ho visitato il Louvre molte volte sia per studio che per lavoro e devo dire che ogni volta ho portato i miei omaggi a questo quadro, lo saluto ogni volta con tanto affetto quando passo di lì, perché mi piace pensare che sia stata proprio questa giovane martire a regalarmi l'amore per la pittura e l'arte.

Qual è secondo voi la ricetta per far entrare un quadro nel cuore? L'illuminazione, il luogo in cui l'opera è posta, i suoni o l'atmosfera in generale?
Secondo me la comunicazione è anche questo: trovare la ricetta per far entrare l'arte nel cuore.

Fonti: https://www.aaronartprints.org/delaroche-theyoungmartyr https://fr.wikipedia.org/wiki/La_Jeune_Martyre

- Marta Andrea Zambianchi


Commenti

  1. Sensazione bellissima! Sentirsi un tutt'uno con un'opera è un qualcosa di unico. Secondo un mio parere personale, non vi è un segreto, una formula segreta, che permetti una connessione emotiva e psicologica tra un visitatore e un'opera. E' tutta questione di chimica. Alla fine è la stessa cosa che accade tra due individui!

    A livello personale ha attirato molto l'opera di Bernini "Apollo e Dafne".

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    1. Anche Amore e Psiche del Canova è meravigliosa, la adoro!

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