Il Museo Egizio di Torino e la battaglia contro la disinformazione
Nel 2017 il Museo Egizio di Torino, dopo il successo riscontrato nell'anno precedente, decide di lanciare per la seconda volta una campagna che permette l'ingresso a due cittadini di lingua araba al prezzo di un solo biglietto.
L'obbiettivo di questa offerta a tempo (il periodo di fruizione andava dal 6 dicembre 2017 al 31 marzo 2018) è il seguente: <stimolare la fruizione dell'offerta culturale della città per consentire ai cittadini di lingua araba di essere sempre più parte della comunità con cui hanno scelto di vivere e condividere il futuro>.
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La pubblicità del Museo Egizio per i cittadini di lingua araba |
A gennaio 2018 la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni decide di criticare fortemente la scelta del Museo e del suo direttore Christian Greco, denunciandola come <un atto discriminatorio nei confronti delle famiglie italiane>, giudicando inoltre la pubblicità che ritraeva una donna che indossava il velo.
Giorgia Meloni, nel pieno del suo tour elettorale, decide di sostare in protesta davanti all'ingresso del museo circondata dai suoi seguaci che trasportavano striscioni quali "No all'islamizzazione".
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Christian Greco contro la protesta di Giorgia Meloni |
Il Museo e il suo direttore rispondono a questo sit-in affrontando di persona la presidente di Fratelli d'Italia, affermando che la città di Torino e la sua provincia sono abitate da quasi 50.000 arabofoni; l'unico scopo della promozione è quello di avvicinare più persone possibili con una promozione che era già stata fatta l'anno precedente riscuotendo molto successo e nessuna critica.
In più, un'offerta simile era stata attuata nel 2015 durante il periodo dell'Expo di Milano verso i cittadini cinesi: questa non fruttò i risultati sperati ma, anche in questo caso, nessuna polemica. Questo fa capire come l'attacco verso l'offerta per i cittadini di lingua araba fosse solo un'occasione per montare un caso politico.
Ciò che colpisce di questa storia è la reazione dei cittadini torinesi alla promozione portata avanti dal Museo Egizio. Questi sono stati intervistati da alcune reti televisive locali chiedendo la loro opinione riguardo l'offerta attuata in quel periodo.
Un'intervista è visibile al seguente link:
Le risposte dei torinesi sono state, purtroppo, abbastanza prevedibili.
In generale l'offerta è sbagliata perché il Museo dovrebbe prima tutelare i cittadini italiani (nonostante siano presenti per tutto l'anno offerte per tutti i cittadini: promozioni per minorenni, over 60, ingressi gratuiti durante i compleanni e così via).
Ci sono stati consensi verso le proteste della Lega ma allo stesso tempo affermazioni come <non ho idea di che offerte ci siano per i miei figli>.
Una donna afferma: <siamo tutti uguali, quindi, dovrebbe esserci una promozione sia per noi che per loro>.
Queste risposte dimostrano come basterebbe informarsi prima di dare la propria opinione su un qualcosa di cui si conosce poco o niente.
Carolina Niccolai
Carolina Niccolai
A parer mio non dovrebbe essere considerata come una discriminazione. Magari può scaturire un fastidio, ma non dovrebbe essere così. Molto spesso le famiglie arabe, soprattutto i genitori, tendo a far più fatica a sentirsi parte di una comunità e questo di sicuro fa si che vi sia un'inglobalizzazione.
RispondiEliminaPersonalmente penso che sia necessario agevolare tutti, indipendentemente dalla provenienza. Non è l'essere italiani o islamici a renderci persone con diritti e doveri, ma è l'essere in primis "individui". Bisognerebbe offrire aiuto a chiunque ne abbia bisogno indipendentemente dalla nazionalità!
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